In gergo nostrano si dice che quando il fornaio non ha molto pane da lavorare si dedichi ai taralli. Un po’ come dire che quando non c’è materia prima, quando la clientela è scarsa e non compra il pane, allora è meglio non stare con le mani in mano. I detti antichi falliscono raramente perché è la saggezza che li muove e li promuove.
È vero, lo sto verificando giorno dopo giorno quando dovrei (e vorrei) scrivere di Paganese e invece non ho argomenti che possano invogliarmi a farlo, un poco perché la squadra continua a non entusiasmare, un altro poco perché oramai attorno al vessillo azzurrostellato c’è rimasto solo un manipolo di irriducibili tifosi, presenti più per fede che per altro.
Così, in ossequio alla metafora del fornaio tarallaro, avendo poco da dire e da scrivere sulle vicende dell’attuale squadra, sono andato a spulciare le statistiche che riguardano questo blog; non ci crederete ma “il graffito” che ha ricevuto più visite negli anni – e si parte dal 2010 ad oggi – è quello che riguarda “Le scolle in fronte”, datato 8 dicembre 2010 e che conta il primato dei “mi piace” con oltre tremila visite. Inutile dire che l’escalation, negli anni è stata costante. Si parte dalle duecento visite del 2011, per finire alle 687 visite di quest’anno quando le “scolle” sono sempre più richieste dalla platea di chi non si rassegna a vedere una squadra ridotta davvero male.
Purtroppo, quando non c’è entusiasmo, le coscienze sono come appiattite, rassegnate verso l’irreparabile; soprattutto perché in quest’annata sembra mancare del tutto lo spirito guerriero che aveva sempre guidato negli anni la folta schiera di tifosi e di semplici appassionati. Manca la speranza in un futuro migliore e, quello che è peggio, non c’è un’anima della società – non necessariamente Raffaele Trapani – che dica una sola parola sul futuro immediato e prossimo che possa infondere un minimo di speranza di riscatto; non c’è un minimo di contatto con il pubblico (o, meglio, la parte restante) che, attonito, è costretto ad accusare settimana dopo settimana sconfitte e dispiaceri.
Sulla squadra ho ben poco da aggiungere. Fabio De Sanzo fa quello che può, così come faceva quello che poteva Luca Fusco. L’unico discorso di ordine tattico è rappresentato dal fatto che si è ritornati un poco al calcio di una volta, probabilmente più consono ai reali valori della squadra. I lanci lunghi in avanti costituiscono una variante al tema dei tanti passaggi laterali, a volte stucchevoli e non confacenti alle scarse risorse tecniche individuali. Una variante che però ha portato ben poco in termini di punti, vuoi perché la squadra accusa limiti strutturali in difesa (e non bastano mosse tattiche per sistemarla); vuoi perché non sempre i centrocampisti – orfani di un vero regista – riescono a eseguire allo stesso modo compiti di copertura e di rilancio.
Le note sono meno stonate per l’attacco che può contare sempre sulla vena dell’intramontabile Ciccio Scarpa, su Cesaretti, su Parigi e sulla sorpresa Cappiello.
Nell’anticipo di sabato a Rieti, la squadra ha la possibilità di dare un segnale di riscatto visto che gli avversari non sembrano proprio tanto irresistibili. Forse proprio sabato capiremo se la squadra, così com’è, riuscirà mai a vincere una partita nel corso di questo campionato.
Nino Ruggiero
I taralli del fornaio
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