Sconfitte su sconfitte, un classico: l’ennesima sabato scorso a Caserta. Purtroppo non ci sono elementi di novità in casa Paganese. Le parole, le frasi, gli aggettivi oramai sono esauriti; non c’è stimolo neppure a parlare e a scrivere dell’attuale situazione in cui versa la squadra azzurro stellata, tanto sembrano abusati e stantii i concetti di inadeguatezza tecnica più volte evidenziati. Ma che volete: la squadra è quella che è. Non ha una sua precisa fisionomia, è imbottita di giovani di belle speranze, di scommesse improbabili, di sogni che vanno bene solo di notte, quando si hanno gli occhi chiusi.
La realtà è ben diversa, è impietosa e non guarda in faccia a nessuno. I numeri – che hanno poco di soggettivo – parlano molto più delle parole e dicono che la squadra è la più seria candidata alla retrocessione anche se quest’anno, a causa del girone ridotto a diciannove squadre, saranno le quattro ultime in classifica a disputarsi la permanenza in serie C attraverso i play-out.
Fabio De Sanzo, chiamato al capezzale della squadra da quindici giorni, oggi dovrebbe avere più chiaro il quadro della situazione, dopo aver constatato che la squadra non riesce, per caratteristiche tecniche e anche fisiche, a disporsi bene a difesa della propria porta. Il concetto degli spazi che vanno ristretti agli attaccanti avversari può essere valido quando si possiedono difensori di livello adusi a questo tipo di discorso. Prendete il Chievo Verona di ieri sera. Squadra di gran lunga inferiore in linea tecnica al Napoli ma capace – per caratteristiche strutturali – anche di schierarsi spavaldamente a difesa della sua porta e di correre complessivamente pochi pericoli.
De Sanzo non può fare miracoli, così come non poteva farne il suo predecessore Luca Fusco.
Certo, qualcosa è cambiato in linea tattica. La squadra cerca di adottare un sistema di gioco più sbrigativo, forse anche più paesano e più confacente alla qualità del gruppo. Ma quando si verticalizza il gioco, dopo aver cercato di bloccare le iniziative avversarie, bisognerebbe poi anche avere la freddezza e la bravura di concludere a rete. È capitato a Caserta nella prima parte della gara, ma poi è mancata la finalizzazione definitiva sotto rete soprattutto da parte del centravanti Parigi autore comunque di una buona prova unitamente alla sorpresa Cappiello.
Le partite si vincono o si pareggiano quando si ha un’organizzazione difensiva di prim’ordine. La Paganese purtroppo non ha la struttura idonea per difendere a oltranza un risultato in quanto i suoi componenti non hanno nelle corde le qualità che si richiedono a difensori di categoria.
Arrivano a ripetizione risultati negativi e la vittoria appare come una chimera.
Non si sono visti e non si vedranno i rinforzi, costituiti da qualche svincolato, richiesti a suo tempo da Fusco e probabilmente anche da De Sanzo. È in atto da tempo uno strano dialogo tra sordi che interessa società, addetti ai lavori e tifoseria. Quindi non è dato di sapere quali mosse la società ha in serbo nel prossimo mercato invernale e soprattutto non è dato di sapere se il mercato sarà di riparazione o di smembramento. Una sola cosa è certa: quest’annata calcistica sarà ricordata come la peggiore sotto tutti i punti di vista. Non solo per i risultati calcistici che sono sotto gli occhi di tutti, quanto per il grado di disaffezione della tifoseria che perde pezzi preziosi di settimana in settimana.
Che Paganese potrà mai esserci nel futuro senza tifoseria?
È su questo soprattutto che bisognerebbe meditare…
Nino Ruggiero
Il dialogo tra sordi
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