Una cosa è certa: così non si può continuare. Non so se è già troppo tardi, ma uno scatto d’orgoglio da parte di Raffaele Trapani me lo aspetto. Dopo dieci gare disputate, con un misero bottino di soli due punti, una mossa da parte della società azzurro stellata ci deve essere. E credo che ci sarà. Una mossa, per la verità, attesa da tempo, fin dalle prime due capitolazioni interne quando si intuì (e non ci voleva la zingara!) che la squadra era solo il frutto acerbo di un sogno partorito male.
Quali sono gli scenari che al momento si aprono sulla Paganese? Credo che la società abbia finalmente capito che la squadra – così come è adesso – non abbia possibilità di miglioramenti determinanti e darà un segnale di presenza.
Da un momento all’altro ci potrebbero essere mosse importanti per il futuro della squadra. Provo ad anticiparle. Due le possibilità: o si mettono a disposizione di Luca Fusco un paio di elementi di sicuro affidamento, come richiesto; oppure si sostituisce l’allenatore, ritenuto responsabile dei mancati risultati, e se ne ingaggia un altro. Altre vie non ne vedo.
Personalmente darei a Fusco l’opportunità di avere a disposizione una squadra rafforzata da un paio di elementi. In caso contrario potrebbe sembrare che l’unico responsabile di una disfatta sportiva sia proprio l’allenatore. E non mi pare che sia così.
A dire il vero, Fusco le ha provate tutte negli ultimi tempi; avrà anche commesso qualche errore veniale, ma chi è che nella vita non ne commette? A Reggio Calabria ha addirittura ripudiato il suo gioco corto affidandosi a una tattica prudente con centrocampisti votati alla difensiva; ma la squadra è quella che è. Difficile nella vita calcistica cantare e portare la croce quando non si hanno uomini adatti.
Prendo per un attimo a sostegno della mia tesi la metafora della coperta corta: se la tiri indietro, copri il viso ma lasci scoperti gli arti inferiori; se copri le estremità basse, lasci poi il viso senza protezione e copertura. Questo è successo a Reggio Calabria, con una squadra che non è stata in grado di interpretare allo stesso modo e con la stessa intensità sia la fase difensiva che quella di proposizione in avanti.
Questione di uomini a disposizione che non hanno nelle corde una buona duttilità tattica; ma questo lo si sapeva soprattutto perché ci sono elementi che devono crescere. “Ne devono mangiare forni di pane!” – dicevano una volta.
La seconda ipotesi, quella del cambio dell’allenatore, potrebbe sembrare la più semplice; ma non lo è. Primo, perché ingaggiare un altro tecnico comporterebbe un aggravio di spese (anche se qualcuno mi suggerisce che c’è ancora Fabio De Sanzo sul libro paga); e poi perché, inevitabilmente il neo allenatore chiederebbe di rafforzare la squadra.
Praticamente quello che chiede pure Fusco.
Allora, come la mettiamo?
Nino Ruggiero
Il momento delle scelte
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