Oramai a Pagani è diventato difficile parlare di calcio giocato. Diciotto gol incassati in sei gare lasciano senza parole; una media di tre gol a partita è record da squadre di oratorio. Così come è un record negativo avere incassato cinque sconfitte su sei gare disputate. Rimedi? Non so proprio cos’altro si potrebbe aggiungere a quello già detto abbondantemente in tante circostanze sull’allestimento di una squadra di calcio.
Quella di oggi, purtroppo, è una Paganese costruita male, senza criteri che tengano conto dell’abc del calcio; non ha fondamenta, non ha una spina dorsale e sconta elementari peccati di inesperienza che una società navigata che ha tanti anni sul groppone non dovrebbe mai commettere.
Il guaio più grande – e che lascia pensare – è rappresentato dalla mancata presa di coscienza della realtà dei fatti. Solitamente quando si commettono errori, si cerca di correggerli; invece, nonostante il campanello di allarme sia squillato più volte sonoramente, tutto tace in società e l’unico che oramai sbiascica qualcosa è il povero Luca Fusco, costretto a difendere l’indifendibile.
Rinforzi? Manco a parlarne. Qualcosa – ha detto la settima scorsa il direttore sportivo Accardi nel corso della trasmissione “Paganesemania” – potrebbe essere fatto nella sessione invernale, praticamente dopo Natale. Tardi, troppo tardi, quando la classifica sarà già delineata e quando sarà difficilissimo invertire il corso del tempo.
Allora, a questo punto, è chiaro e lampante che in casa Paganese per la salvezza ci si affida solo ed esclusivamente alle disgrazie amministrative delle altre squadre del girone, prime fra tutte il Matera e la Reggina. Ma anche in questo caso è lecito chiedersi; quanti punti di penalizzazione dovrebbero subire queste squadre perché a fine campionato vadano a posizionarsi in classifica alle spalle della Paganese? Perché, guardate, per quello che riguarda gli azzurro stellati, da quello che si è visto in sei gare, non si riesce a capire quali e quante possano essere le squadre abbordabili per la conquista di qualche vittoria.
Intanto il povero Fusco si sarà reso conto di aver preso coscienza della realtà troppo tardi. A lui va imputato il fatto di aver accettato una squadra incompleta e inadeguata. Si è fidato troppo della sua voglia di emergere e delle sue teorie di lavoro, senza tenere in debito conto la qualità del materiale umano che gli veniva posto a disposizione. Quello che non sapremo mai (e Fusco da serio allenatore aziendalista non parlerà mai) è se gli fosse stato promesso qualche rinforzo all’indomani delle prime scoppole; rinforzo che non è mai arrivato e che – a questo punto – non arriverà mai.
Questa è la squadra, pare dicano dalla società, ulteriori acquisti non se ne faranno. Sulla scorta delle dichiarazioni societarie, Luca Fusco allora dovrà solo puntare sul lavoro che svolge quotidianamente. Miracoli non potrà farne; e miracoli la parte restante del pubblico che ancora segue la squadra non potrà chiederne. Questa è la squadra, purtroppo, e Fusco potrà solo sperare di dare una sterzata al centrocampo quando potrà disporre di Musacci, uno degli atleti che – nelle intenzioni della società – avrebbe dovuto prendere in mano le redini del gioco. A proposito di Musacci, qualcuno potrà riferirci sulle sue condizioni fisiche e sui tempi di recupero per il suo impiego in campo?
Intanto sabato arriva pure il Catania al “Marcello Torre”. Non so se mi spiego…
Nino Ruggiero
Questa è la minestra, fate voi
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