Così è, anche se non vi pare
Si muove la classifica; ed è già tanto in tempo di vacche magre.
Contro un Potenza dai ritmi sincopati, la Paganese ha mascherato bene le proprie manchevolezze (che ci sono sempre; non è che siano magicamente sparite!) e si è disimpegnata come meglio non avrebbe potuto. Anzi, a dire il vero, se mettiamo nel conto il vero e proprio miracolo compiuto dal portiere potentino sul tiro a botta sicura di Parigi sul risultato di uno a uno, si potrebbe dire che la squadra ha raccolto meno di quanto meritasse nel computo finale.
A distanza di una settimana, dopo l’avvilente e bruttissima esibizione in casa contro la Juve Stabia, l’allenatore Fusco a Potenza ha presentato una squadra più arcigna, più votata a contrastare l’avversaria di turno nella zona centrale del campo e a presidiare la zona a ridosso della difesa; lo ha fatto schierando Nacci al posto di Sapone, elemento notoriamente più portato alla regia, dando spazio anche a Gaeta.
Sempre tenendo presente la diversa caratura tecnica del Potenza, prendendo come pietra di paragone le squadre finora incontrate, vale a dire Rende, Siracusa e Juve Stabia, va detto subito che la Paganese la partita di domenica sera se l’è giocata da pari a pari e – a differenza delle gare giocate in precedenza – non è parsa mai in grande difficoltà.
Luca Fusco, da ex navigato e arcigno difensore avrà pensato che, in mancanza di qualche necessario rinforzo in difesa, qualcosa lo deve pur escogitare per dare maggiore protezione al reparto. Ecco spiegato lo schieramento più prudente che ha fatto dormire sonni meno agitati al portiere Galli, infilato purtroppo da un micidiale rasoterra del brasiliano Emerson che ha castigato la sua buona esibizione. La bravura di qualche avversario, purtroppo, non si può azzerare con mosse tattiche e bisogna dire che il gol di Emerson è ascrivibile a una vera e propria prodezza balistica; a questo aggiungeteci pure il favore di un terreno sintetico bagnato e quindi particolarmente ingannevole per un pallone che ha toccato terra a due metri dalla porta.
La partita vista a Potenza ci ha consegnato una Paganese più quadrata e meglio disposta tatticamente; diciamo, nel complesso, soprattutto più equilibrata. Nonostante una maggiore prudenza difensiva, l’attacco degli azzurro-stellati non se n’è stato con le mani in mano. Cesaretti (ottima la sua prova) è stato una vera spina nel fianco del Potenza denotando un buon momento di forma. Luca Fusco deve solo affiancarlo con un collega di reparto che sia in grado di accompagnare la sua esplosività e recepire le sue invenzioni che spesso tagliano in due le difese avversarie. Al momento uno solo tra Parigi, Cappiello e Alberti è candidato al ruolo di attaccante centrale, visto che la squadra si avvia a schierare una difesa con tre centrali e che per – motivi di equilibrio tattico – difficilmente Fusco schiererà più un attacco a tre punte.
Proprio la difesa a tre, composta attualmente da Diop, Piana e Acampora, rafforzata con due laterali chiamati a curare sia la fase difensiva che quella di proposizione del gioco sulle fasce, costituirà verosimilmente la base da cui ripartire nelle prossime gare.
Peccato che il giovane Diop, per il quale prevedo un buon futuro calcistico, domenica sera sia stato vittima della sua esuberanza e della sua ingenuità, facendosi espellere nel momento più delicato della partita; certa sarà la sua assenza nella prossima gara con il Catanzaro. Ma il calciatore, e credo presuntuosamente di non sbagliare, nel corso del campionato, potrà rappresentare una lieta sorpresa perché ha denotato di avere senso di posizione e padronanza del ruolo in una difesa schierata con tre centrali.
La gara con il Catanzaro di sabato prossimo dovrà confermare i progressi intravisti a Potenza. La caratura tecnica della squadra calabrese è di tutto rispetto, ma la Paganese – se vuole salvarsi, come nei programmi – non potrà più avere comportamenti reverenziali perché deve cominciare a fare punti anche con le cosiddette “grandi” del campionato.
Un tantino di fiducia forse è stata riacquistata, soprattutto da parte di chi domenica la partita l’ha vista e per sabato pomeriggio guarda a un risultato positivo. Ma, come dicevano gli antichi, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
Nino Ruggiero
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