Così è, anche se non vi pare
Fate finta di non aver sentito le dichiarazioni finali di Fusco nel dopo partita con il Siracusa. Se siete stati a Siracusa, o se avete guardato la partita sulla piattaforma di Eleven Sports, starete più in pace con quello che avete visto con i vostri occhi. Avete visto bene, con gli occhi di chi ama i colori della propria squadra ma sa anche riconoscere che il tifo a tutti i costi è una cosa, mentre la realtà è un’altra.
Per quelli che invece hanno avuto solo spifferi di notizie sulla partita e hanno avuto contezza di un freddo e deludente risultato, va detto subito che la Paganese non è stata quella disastrosa vista in casa contro il Rende, ma non è stata nemmeno la squadra che si attendeva di vedere all’opera per un riscatto immediato.
La partita di Siracusa doveva chiarire tanti dubbi emersi nella prima al “Marcello Torre”. Ne ha chiarito ben pochi. La squadra azzurro-stellata è parsa ancora una volta fragile nella fase difensiva e non ha potuto contare nemmeno sulla solita buona prova di Galli, chiaramente in giornata negativa.
Sette gol incassati in due gare pesano come un macigno nell’economia di una squadra che deve salvarsi. Le squadre che lottano per un traguardo di minima hanno bisogno di avere una propria identità; possono anche avere manchevolezze in attacco, per quello che riguarda la fase offensiva, ma in difesa devono farsi rispettare. E la Paganese, proprio in difesa, lascia parecchio a desiderare…
Qualche nota positiva è venuta dalla prestazione gagliarda di Gaeta nella zona di centrocampo e da qualche spunto di classe di Fornito, autore, tra l’altro, del passaggio che ha messo Della Morte solo davanti al portiere aretuseo sul risultato di uno a zero. Nel calcio, con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte; resta il fatto, però, che proprio il gol mancato avrebbe potuto indirizzare diversamente la partita. Ma siamo nel campo dell’immaginario e della fantasia che agli appassionati di una squadra di calcio non manca mai.
Di certo a Siracusa si è vista una Paganese con poca personalità e che deve recitare il “mea culpa” per quello che non è stata in grado di esprimere. Detto per inciso, alcuni giovani che compongono la squadra avranno sicuramente un futuro perché la sostanza c’è; ma dovranno maturare le esperienze che di solito si acquisiscono giocando in un torneo impegnativo. I giovani – è storia vecchia – devono avere guide importanti in campo; modelli a cui ispirarsi. La sola qualità tecnica non basta per emergere e per portare benefici alla squadra che li schiera. Prendete, ad esempio, la Juventus B che milita nel girone A della serie C: anche domenica ne ha preso tre di palloni pur avendo in squadra giovani di sicuro avvenire che però mancano di punti di riferimento che di solito vengono costituiti da elementi esperti e navigati.
Non conosco i piani della società azzurro-stellata per quello che riguarda un eventuale rafforzamento della squadra, e non so nemmeno se Fusco sia contento della “rosa” che ha a disposizione; ma il solo fatto che quest’ultimo, a fine partita, abbia manifestato compiacimento per la prova dei suoi ragazzi, mi lascia molto perplesso.
Nessun appunto, sia chiaro, per quello che riguarda l’impegno e l’abnegazione messo in campo dai ragazzi in maglia azzurro stellata; ma sul rendimento e sull’efficienza ci andrei cauto. Anzi dovrebbe essere lo stesso Fusco ad analizzare – cercando di risolverli – i problemi difensivi di cui la squadra soffre oltre ogni comprensibile misura.
E domenica arriva al “Marcello Torre” anche una rivale di sempre: la Juve Stabia, che ha un organico di prim’ordine.
C’è un brivido che percorre la schiena di coloro i quali sono rimasti fedeli alla “stella”; e non è il vento di tramontana che da qualche giorno imperversa in questa valle di lacrime…
Nino Ruggiero
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