Scordatevi la squadra che attaccava, attaccava, anche a testa bassa trovando poche volte la via della rete per poi capitolare davanti a squadre brave a colpire a difesa scoperta. Da almeno tre settimane la Paganese ha cambiato registro; ha serrato le fila con un nuovo assetto tattico che premia le caratteristiche degli elementi difensivi di cui dispone e gioca in maniera pratica, senza fronzoli, esaltando una teoria che in economia viene definita “principio del tornaconto”. Vale a dire: ottenere il massimo con il minimo sforzo. Certo la definizione non è del tutto appropriata perché di sforzi la squadra ne produce tanti, forse anche troppi, facendo traballare le coronarie fino al termine dei novanta e più minuti. Ma che volete? è notorio che il fine giustifica i mezzi; e questa Paganese deve guardare soprattutto al sodo dopo che si è capito che il tentativo di bel gioco difficilmente, in assenza di grossi talenti, produce risultati numerici positivi.
Il traguardo da tagliare per la Paganese a questo punto del campionato è la salvezza, possibilmente senza dover ricorrere alla lotteria dei play-out. E Massimiliano Favo, a dire il vero, sembra aver trovato la medicina giusta di cui la squadra aveva bisogno, ritoccandola tatticamente e sagomandola secondo un disegno che contempla le varie caratteristiche tecniche dei componenti la rosa.
Certo, lungi da me pensare che la squadra abbia risolto tutti i problemi che si porta appresso dall’inizio del campionato, ma di sicuro – e i numeri parlano chiaro – si è cambiato registro dal punto di vista tattico; e i risultati si vedono. Gli esteti non saranno contenti, ma il calcio solo raramente contempla bel gioco e risultato positivo.
Esaminiamole da vicino queste mosse tattiche che hanno cambiato volto alla squadra. Partiamo dalla difesa. Da tre settimane viene schierata con tre difensori centrali che godono del supporto laterale di due difensori di fascia bravi a difendere quando occorre, ma bravi soprattutto ad impostare il gioco sulle fasce laterali. In questa veste si può dire sia rinato Della Corte che non deve più rimanere ancorato alla difesa e può anzi dare una mano alla squadra nelle ripartenze. Contro il Matera c’è stata anche la lieta sorpresa di uno scatenato Ngamba che, nella ripresa, schierato sulla destra della difesa, è riuscito a ridare vigore alla squadra svolgendo efficacemente sia la fase offensiva che quella di contrasto. Un innesto più che riuscito e che suona a merito del tecnico che potrebbe aver trovare il naturale sostituto di Picone partito per altri lidi a gennaio. Le note liete della squadra investono tutti i calciatori che si sono calati mentalmente nel discorso tattico disegnato abilmente da Favo. Ma un paio di note particolari sono dovute. La prima è per Galli che si è fatto trovare pronto fra i pali ed ha compiuto un paio di interventi assolutamente di grosso spessore; la seconda per Baccolo, probabilmente il migliore in campo, molto autorevole nel ruolo di frangiflutti a ridosso della difesa; la terza per Cernigoi che si avvia a diventare una vera punta di diamante della squadra.
Adesso l’attenzione si sposta sulla partita di mercoledì in Coppa Italia contro la Viterbese in campo avverso. Partita secca o dentro o fuori. Nel calcio niente è mai scontato in partenza, nonostante i laziali rappresentino una compagine di tutto rispetto. Ricordatelo, anche il Matera lo era e sappiamo com’è finita. Animo e coraggio!
Paganese-Matera 1-0
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