Che scoppola, ragazzi! Una debacle inaspettata in quanto la squadra nelle ultime gare disputate aveva fatto intravedere segnali di progresso. Avevo scritto qualche giorno fa che Massimiliano Favo era stato bravo a intuire che negli spazi larghi delle difese avversarie, in occasione della partite esterne, Cesaretti e Talamo potevano affondare i loro colpi. Avevo anche riconosciuto il buon lavoro dell’allenatore azzurro-stellato capace di dare maggiore protezione alla difesa, di certo il reparto meno affidabile della squadra.
A Bisceglie, invece, si è tornati all’antico; si è tornati a una squadra timorosa e incerta in difesa che nel tardo pomeriggio di oggi è capitolata tre volte di seguito su azioni per niente irresistibili dei giocatori pugliesi.
Stavolta Gomis non ha fatto miracoli, ma forse non ne poteva fare, visto che il Bisceglie, quando si catapultava in avanti, era sempre più bravo a controllare palloni impazziti, le famose seconde palle, e a metterli in rete. Il discorso investe, purtroppo, la qualità; e quella non si inventa. Ci si può organizzare, fare muri quando l’avversario attacca, restringere gli spazi, ma quando non c’è qualità in difesa prima o poi gli altarini si scoprono. Non è un caso che la Paganese presenti una delle peggiori difese della terza serie; i numeri non sbagliano mai quando emettono sentenze.
Il Bisceglie ha recitato con onestà la sua parte e non si è dovuto nemmeno sbracciare tanto per arrivare alla vittoria. Una formazione, quella pugliese, forte e decisa in difesa dove si è fatto valere Petta che non solo ha guidato la squadra dall’alto della sua esperienza e della sua autorevolezza, ma ha anche messo a segno il primo gol in seguito a un calcio d’angolo; una di quelle cosiddette palle inattive che oramai contraddistinguono negativamente la fragilità difensiva della Paganese.
Con tre gol sul groppone, dopo trentacinque minuti di gioco, Scarpa e compagni hanno tentato di rientrare in partita in tutti i modi. Hanno ridotto le distanze proprio con Scarpa, autore di una magistrale punizione, ma poi hanno inutilmente tenuto fra i piedi il pallino del gioco fino all’ultimo secondo. Ci hanno provato con tenacia e con spirito di abnegazione; ma gli spazi per Talamo e Cesaretti non c’erano più perché il Bisceglie ha dimostrato di avere uomini e capacità difensive di categoria. I pugliesi hanno rinserrato le fila, si sono messi tutti dietro l’immaginaria linea del pallone e hanno fatto proprio il gioco che avrebbe dovuto fare la Paganese se non avesse incassato tre gol uno dopo l’altro nella prima parte della gara.
Purtroppo ancora una volta viene dimostrato che una cosa sono le tattiche studiate a tavolino, un’altra cosa è la risposta del campo. Una difesa più attenta e meno ballerina nel rendimento avrebbe potuto dare alla squadra azzurro-stellata la possibilità di giocarsela secondo i piani studiati nel pre-partita. Stavolta però non ci sono stati i soliti miracoli “salva tutto” di Gomis e Favo non ha potuto far giostrare le sue pedine come nelle intenzioni della vigilia. Capita, purtroppo, soprattutto quando si hanno in rosa calciatori con poca esperienza di categoria.
Per le prestazioni singole c’è da dire che più di un atleta ha giocato al di sotto delle proprie possibilità: oltre alle solite disattenzioni difensive, anche il centrocampo non ha giocato all’altezza delle ultime prestazioni. Meglio la ripresa con Bensaja capace di dare geometria alla squadra e con Ngamba che riesce ad assicurare quantità alle manovre di centrocampo. Fra i migliori, ancora una volta, Scarpa e Cesaretti che – a turno – hanno dato il meglio di se stessi in avanti sulla fascia sinistra dello schieramento.
Comincia male, dunque, il girone di ritorno mentre – per chiudere l’anno solare – c’è il Cosenza in arrivo al “Marcello Torre” nell’antivigilia del nuovo anno.
Gli auguri per queste Sante Feste sono d’obbligo: per la squadra, per la società e per tutti coloro che seguono le vicende sportive della Paganese. Prosit!
Nino Ruggiero
Bisceglie-Paganese 3-1
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