Così è, anche se non vi pare
Parto da una premessa indispensabile: le bacchette magiche nel calcio non esistono. Onore e merito a Massimiliano Favo, al debutto sulla panchina azzurro-stellata, artefice di una bella vittoria in trasferta, sul campo di una delle più serie candidate alla vittoria finale. Ma onore e merito anche al suo predecessore, Salvatore Matrecano, che con grande responsabilità e signorilità – in un momento delicato, quando evidentemente si è accorto che qualcosa non girava come avrebbe voluto – ha presentato le dimissioni dall’incarico.
Due partite: la prima con il Bisceglie in casa, persa per 0 a 2, che aveva lasciato non solo tre preziosi punti all’avversaria, ma anche tanti dubbi e incertezze sulla bontà dell’inquadratura; la seconda, quella di sabato scorso a Cosenza, foriera di punti pesanti e di insperate aspettative.
Logico allora che ci si interroghi: la Paganese è quella balbettante e incerta vista in casa contro il Bisceglie o quella spavalda e irridente di Cosenza?
Senza mai prescindere dalla qualità, elemento indispensabile, è bene tenere sempre presente un principio fondamentale: nel calcio si vince e si ottengono buoni risultati quando c’è equilibrio tattico, intelligenza, furbizia e – perchè no? – anche un pizzico di buona sorte. Altre ricette, sia pure segrete, non esistono. Non fatevi ingannare dall’enunciazione continua e morbosa di moduli tattici da lavagna che in tanti si ostinano a enunciare a iosa, probabilmente perchè a corto di argomenti squisitamente pratici; i moduli e gli schieramenti servono solo nella fase di preparazione delle partite: è il campo, con il sudore della fronte dei protagonisti, che decide e seleziona i veri valori, formando graduatorie ed esprimendo giudizi senza appello.
Massimiliano Favo, pure se dovesse essere visto come un uomo in possesso di qualità taumaturgiche, arrivato a Pagani nell’immediata vigilia della gara con il Cosenza, non avrebbe potuto fare miracoli. Ha fatto, invece, ricorso a un vecchio concetto tattico: la teoria degli spazi in campo, quella che prevede la restrizione degli spazi agli avversari con marcature assidue e asfissianti con ripartenze rapide e ficcanti negli spazi lasciati liberi dagli stessi avversari impegnati nella loro fase offensiva. Inoltre non ha portato rivoluzioni all’inquadratura di sette giorni prima.
Quello che non era andato con il Bisceglie in tema di sicurezza difensiva è stato corretto con poche mosse. Favo ha inserito il giovanissimo Bernardini sulla linea mediana raccomandandogli il controllo di una zona del campo a sostegno della difesa; a fare filtro a centrocampo come si diceva una volta. Il ragazzo è stato esemplare nell’esecuzione del compito affidatogli e – diligentemente – senza andare fuori dalle righe ha svolto con grande professionalità il suo compito. Meglio protetti nella loro metà campo, Carini, Meroni, Picone e Della Corte hanno giocato quindi una partita senza sbavature offrendo pochi spazi agli scatenati attaccanti calabresi. Il tutto facendo leva sulla sicurezza derivante dalla convincente prestazione di Gomis, un vero gatto fra i pali, e dalla sapiente regìa – da direttore d’orchestra – di Carcione che si avvia a riprendere la forma di due anni fa.
Quindi squadra disposta saggiamente sulla difensiva (e non poteva essere diversamente se consideriamo che i pochi giorni a diposizione per il tecnico non avrebbero consentito discorsi tattici innovativi) ma una tattica mai remissiva con elementi come Baccolo, Cesaretti, Regolanti e Talamo pronti a ribaltare la situazione tattica con ficcanti azioni di rimessa o, se volete, di contropiede.
In due di queste azioni la Paganese è stata spietata; prima con Cesaretti bravo a seguire l’evoluzione acrobatica di Regolanti e a insaccare con un azzeccato diagonale rasoterra, e poi con Talamo, cecchino implacabile autore di un pallonetto incredibile sull’uscita disperata del portiere Perina.
Adesso, però, bisognerà dare conferme. E l’occasione di sabato con la Reggina al “Marcello Torre” non deve essere sprecata. Ci sarà bisogno di una rivisitazione tattica perchè verosimilmente la partita si presenterà con una veste diversa, rispetto a quella dell’altro ieri. Ci sarà bisogno di avere il comando delle operazioni, oltre che a mantenere le giuste distanze fra i reparti.
Favo ha già in mente una sua squadra, si è capito. Ma si è anche capito che sulla panchina azzurro-stellata ci sono elementi pronti a subentrare a partita in corsa. E’ già molto.
Nino Ruggiero
Le bacchette magiche
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