Così è, anche se non vi pare
I giovani hanno risposto. E hanno risposto più che bene alle sollecitazioni di tecnico, società, addetti ai lavori e tifoseria. Risultato finale a parte, sono certo di avere visto all’opera una delle migliori squadre di quest’anno, specie nel primo tempo. Il Monopoli è rimasto frastornato per almeno trenta minuti iniziali davanti alla sfrontatezza tattica degli azzurro-stellati. Mezzora da leccarsi i baffi; con una squadra spigliata, disinvolta, dall’atteggiamento sprezzante, quasi da prima della classe.
Mezzora da stropicciarsi gli occhi; sogno o son desto? – si è chiesto più d’uno davanti a teleschermi e monitor sintonizzati rigorosamente sulla geniale e comoda piattaforma di Sportube. Due volte è andata in gol la giovane squadra messa in campo da Grassadonia, ma penso di poter dire che in almeno due o tre altre occasioni il risultato poteva essere più vistoso e corposo. E non ci sarebbe stato niente da recriminare per gli avversari.
Poco ha fatto il Monopoli; quasi niente prima di aver incassato le due segnature; poco, quando ha cercato di risalire la china se si eccettua una eccezionale sforbiciata in area, meritevole di maggiore fortuna, se non altro per l’effetto spettacolare suscitato.
Confessiamolo: a causa delle contemporanee assenze di Alcibiade, Pestrin, Herrera e Firenze avevamo un po’ tutti timore per la consistenza della squadra, specie a centrocampo. Solo Grassadonia e qualche addetto ai lavori confidavano in una buona prova dei tanti giovani che si affacciavano sulla scena, per buone capacità tecniche rilevate ma anche per necessità. Ebbene, mi pare di poter dire che i giovani hanno superato brillantemente quella che potremmo definire l’esame di ammissione di una volta, quando si doveva passare – attraverso una prova attitudinale – dalle elementari alla scuola media.
Le vere sorprese credo siano rappresentate dalla prova autoritaria di Tascone a centrocampo, supportato dal geometra Tagliavacche e da un Mauri che si avvia a diventare punto di forza della squadra dopo un periodo di precariato. Le conferme arrivano da Bollino, in crescita sulla fascia destra; ma su di lui non c’erano dubbi in linea puramente tecnica. Conferma anche per Carillo e De Santis al centro della difesa. Se devo essere sincero, De Santis lo vedo bene in prospettiva più come centrale che come difensore di fascia.
Non m’intendo molto di rugby, ma sabato ho visto in un paio di contropiede, che oggi si chiamano ripartenze, l’essenza del gioco della palla ovale. Quel Reginaldo che – nel primo tempo – avanza palla al piede dopo aver rubato palla a centrocampo, subito fiancheggiato nella fase di attacco da Mauri, Tascone, Bollino e Della Corte mi ha ricordato entusiasmanti azioni collettive che fanno tanto rugby. Il termine tecnico viene indicato come “maul” e si verifica quando un giocatore in possesso di palla viene circondato da più avversari e riceve aiuto dai suoi compagni. Una buona “maul” avanzante si concretizza quando diventa “rolling” se i giocatori riescono anche a passarsi la palla l’un l’altro. Nella fattispecie non c’è stata “rolling” perché Reginaldo ha tentato la sortita personale, ma è importante che la squadra abbia partecipato all’azione corale innanzitutto per imporre il proprio gioco. Non so se quella del “maul” sia una tecnica mutuata dal “rugby” ma una cosa è certa: cioè che la squadra – quando è in ottime condizioni atletiche – riesce a farsi valere in virtù di un gioco spumeggiante e – sabato scorso- anche redditizio.
Adesso però è il momento delle conferme. La squadra ha dato segnali di vitalità, ma deve confermarli subito, già sabato prossimo quando al “Marcello Torre” calerà il Messina, concorrente diretta per la salvezza.
Sarà un finale di campionato incandescente perché, a parte il Melfi, che appare solo soletto in fondo alla classifica, le altre sembrano aver calzato gli stivali delle sette leghe.
Grassadonia contro i peloritani avrà problemi di abbondanza in fase di approntamento della squadra.
Ma questi sono problemi che vorrebbero avere tutti i tecnici. E poi, Grassadonia, ancora una volta, ha dimostrato di sapere il fatto suo.
Nino Ruggiero
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