Dormire, riposare: è una parola! verbi cancellati dal vocabolario paganese nelle ultime 24 ore.
Come si può dormire quando qualche sprovveduto sciacallo diffonde notizie – che si sono poi rivelate prive di fondamento – che investono il futuro di una squadra di calcio, orgoglio e fiore all’occhiello di una città alla disperata ricerca di una difficile identità?
Notizie che ti mettono in ambasce e che non ti fanno dormire, non ti fanno riposare. Avvilimento, disperazione: sentimenti comuni per gente comune che amano il calcio e la Paganese.
Il web – o se preferite internet – è diventata una giungla; basta diffondere una notizia, vera o falsa che sia, perché si metta in moto un deprecabile “copia-incolla” che non fa minimamente onore a chi si picca di definirsi giornalista. E’ ancora più grave, però, che determinate notizie, propalate per veritiere, vengano diffuse da un giornale autorevole come la “Gazzetta dello Sport”.
Stavolta il presunto “corvo” ha però steccato e tutti gli sono corsi dietro senza minimamente porsi il dilemma: vero, non vero.
Gli spifferi, rivenienti di certo dagli ambienti vicini al Tar, hanno toppato malamente e hanno esposto a brutte figure tutta una serie di organi di stampa. In tanti avevano addirittura dato per ufficiale l’esclusione della Paganese dal campionato, come rileverete dagli allegati, e avevano aperto la “successione al trono”. Che brutta pagina di giornalismo!
n.r.
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Ogni editore serio e responsabile ha l’obbligo morale di rimuovere gli pseudo giornalisti che con baldanzosa irresponsabilita’ diffondono come notizie illazioni prive di alcun fondamento pur di accreditarsi scoop rivelatisi poi solo “bufale”.
Caro Nino, sottoscrivo il tuo commento, duro ma pienamente legittimo sul comportamento di basso profilo professionale di alcuni giornalisti che si sono tuffati senza preoccuparsi di verificare la notizia e dando per scontato la buona fede.
È fondamentale di ogni giornalista ricercare e divulgare la verità dei fatti. È l’insegnamento della nostra amata Costituzione all’art. 21 e delle Carte deontologiche della nostra professione.
La voglia sfrenata di essere il primo e diffondere una notizia non vera, suona da condanna per chi ha il compito istituzione di mediatore tra un fatto e l’opinione pubblica. Ed i secondi, che seguono il primo nella pubblicazione, vanno condannati altrettanto nella stessa misura, perché avevano il tempo di essere prudenti e non l’hanno fatto. Anzi, hanno creato ancora più confusione, mancando anche d’umiltà, dote necessaria e fondamentale per il buon giornalismo.
Sono tutti da condannare, come dicevo, perché non aiutano alla credibilità del giornalismo, bene fondamentale di ogni popolo che ama la democrazia. Questi colleghi vanno denunciati al collegio di disciplina dei rispettivi Ordini professionali di appartenenza e forse non solo!
Salvatore Campitiello