Così è, anche se non vi pare
Nella foto, tratta da Sportube, il tiro di Cunzi, scoccato dopo appena tre minuti, che aveva fatto gridare al gol
Respiriamo; finalmente respiriamo a pieni polmoni.
È stata dura la partita, così come si sapeva alla vigilia; ma alla fine il punto che ci voleva è arrivato più che meritatamente. Contro il Catania, squadra costruita per vincere il campionato nonostante la penalizzazione di ben dieci punti, la Paganese dei miracoli si è battuta da pari a pari, senza il benché minimo imbarazzo fin dal primo minuto di gioco.
La Paganese ha messo in campo il suo grande cuore e la sua incontestabile capacità di saper affrontare le cosiddette “grandi” con il piglio delle squadre operaie contro una compagine che fino a qualche anno fa disputava onorevoli campionati nella massima serie; contro Plasmati, attaccante con una cinquantina di presenze in serie A, contro Russotto, già del Napoli con presenze in serie A e serie B, contro il brasiliano Calil, bestia nera ai tempi della Salernitana. Gli azzurro-stellati sono stati autori di una prestazione agonistica senza pari, tipica delle squadre che si calano nella mentalità di un gioco che non è – e non potrebbe mai essere – riservato ai più forti, almeno sulla carta.
Grande prova della Paganese, monca di elementi come Marruocco, Sirignano ed Esposito; prova di una intensità agonistica incredibile, di una vitalità inaspettata, di un’energia vitale e coinvolgente.
Traguardo lì, a portata di mano, ma novanta e più minuti infiniti, con il tempo quasi inchiodato, con i minuti che non passano mai; quante sofferenze con la meta da raggiungere a due passi, quanti rimpianti, quanti sospiri, quanti patemi d’animo!
Eccole le emozioni che sa dispensare una partita di calcio! Scordatevi del marcio che vogliono propinarvi a tutti i costi, anche quando non c’è, e – sentite a me – regalatevi un pomeriggio sugli spalti, lontano dalla tecnologia imperante, della tv, di internet e dalle… comode pantofole di casa; vivetelo un pomeriggio come facevate una volta, come quello vissuto a pieni polmoni dai sette-ottocento fedelissimi di sabato scorso al “Marcello Torre”. Il calcio riserva emozioni incredibili e resta lo sport più bello del mondo.
C’era una pubblicità degli anni Cinquanta, credo di ricordare si trattasse del BiancoSarti, un aperitivo a base di vermouth, che mi risuona nella mente. “Assaggiatemi, diverremo amici!” – diceva.
Ecco, credo che lo slogan possa suonare come un invito per i tanti che da tempo hanno rinunciato – e non si capisce perché – al rito settimanale di una partita di calcio che vede impegnata la loro squadra del cuore.
Sarà colpa di campionati anonimi, di una certa assuefazione alla categoria, di mancanza di stimoli; non lo so. So solo che gli assenti, nel campionato che volge al termine, hanno abdicato a momenti di grandi intensità agonistica e non hanno toccato, con mano e con la mente, le grandi emozioni godute, invece, dalla sparuta pattuglia dei soliti fedelissimi.
La Paganese di quest’anno avrebbe avuto bisogno di tanti assaggi, alla BiancoSarti, di tantissima attenzione da parte della città. Una squadra costruita con criterio, anche con dovuta parsimonia: un occhio alla qualità dei calciatori, alla loro bravura, ma anche un altro occhio al bilancio che non deve mai sforare. Una squadra forse operaia, per il modo di rappresentarsi: ottimi manovali ma anche artisti di buona fama, invidiati e temuti. Una squadra da assaggiare, da vedere, da applaudire per quello che è stato il suo percorso. Arrischio un giudizio: forse la meglio strutturata dell’era Trapani perché armonica in ogni reparto.
Se si è dovuto aspettare la penultima di campionato per chiudere definitivamente il discorso salvezza è solo perché – nelle varie fasi che hanno interessato infortuni e squalifiche – non sempre dalla panchina sono arrivate le risposte che Grassadonia si aspettava.
Sabato prossimo si chiude con la trasferta di Caserta.
Verosimilmente, Grassadonia vorrà pesare qualche elemento in procinto di essere riconfermato per il prossimo anno. Il presidente Trapani ha fatto capire che intende approntare una squadra di tutto riguardo; non altrimenti si spiegherebbe il rinnovo contrattuale già firmato da Carcione, Cicerelli e Cunzi.
Nino Ruggiero
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