Così è, anche se non vi pare
Tempo di auguri, tempo di consuntivi. Sta per passare un altro anno, in un “amen”, con giorni che sembrano rincorrersi, uno dopo l’altro, velocemente, anche troppo, quando l’età anagrafica non è più quella di una volta.
La Paganese, certo, la Paganese, senza divagare oltre il dovuto, per essere nel tema che più ci interessa.
Era iniziata bene l’annata calcistica, e mi riferisco all’attuale campionato: una vittoria insperata, ma meritatissima, in casa contro il Foggia: guarda caso contro la squadra che attualmente è fra le più in forma di Legapro. Inizio a dir poco scoppiettante: pareggio esterno a Martina Franca, con qualche rimpianto; vittoria casalinga con l’Andria e pareggio esterno a Castellammare di Stabia. Otto punti in quattro partite: e volevate, a questo punto, con tali cifre, che la fantasia del tifoso non si fosse sbizzarrita dopo anni di perenne purgatorio?
Ricordo bene le prime quattro gare. Squadra cortissima, raddoppi continui ed assillanti sugli avversari in possesso di palla: ripartenze micidiali, a destra con Caccavallo, a sinistra con Cicerelli: inserimenti a sorpresa tra le linee di Deli e di Cunzi. Difese avversarie imbambolate, con centrali difensivi che non sapevano chi marcare perché non avevano riferimenti fissi. Tanti “moschiglioni” impazziti, con Cunzi, Deli e Cicerelli a supporto dei centrocampisti di ruolo Carcione e Guerri; il loro pressing impediva agli avversari di prendere il sopravvento nella zona centrale del campo. Ma non è tutto, perché poi gli stessi Cunzi, Deli e Cicerelli erano prontissimi a ripartire in avanti, una volta in possesso della palla, per dare sostegno a Caccavallo, sempre più fondamentale nel gioco della squadra come terminale offensivo.
Credo che sulla vivacità, sull’universalità tattica dei calciatori succitati, Grassadonia abbia costruito le sue iniziali fortune e quelle della propria squadra, ovviamente. Proprio un bel periodo, durato però poco.
In seguito, cominciando dall’infelice gara con la Lupa Castelli, non so se è la squadra che ha accusato pause e cali di tensione o se, invece, le avversarie di turno hanno cominciato a comprendere, prendendo le dovute contromisure, il disegno tattico di Grassadonia. Forse un po’ questo e un po’ quello, senza tralasciare il problema di infortuni e squalifiche, mai tanto abbondanti in questo campionato.
Non ho soluzioni, non ho medicine, lo dico subito, non ho cure da suggerire per sanare l’attuale momento grigioscuro che ha portato soltanto un punto in classifica nelle ultime quattro gare. Posso solo constatare che l’allenatore negli ultimi tempi ha avuto a disposizione una squadra incompleta, falcidiata da infortuni e squalifiche e che – probabilmente anche per tali defezioni – ha perduto la sua bella identità, quella che aveva fatto sognare ad occhi aperti nelle prime quattro gare della stagione.
I rimedi, adesso che la classifica si è fatta brutta, devono arrivare nei prossimi giorni.
Grassadonia pare avere le idee chiare in proposito e ha chiesto adeguati rinforzi, non solo in termini quantitativi ma anche di qualità. La squadra, infatti, quando ha dovuto fare a meno di pedine importanti come Bocchetti, Carcione e Caccavallo, è sembrata ripiombare nel preoccupante grigiore degli anni passati; tanti buoni giovani, tanta buona volontà, ma esperienza zero. E senza esperienza, in un torneo difficile e massacrante come l’attuale Legapro, è difficile che si possa arrivare anche ai traguardi cosiddetti di minima.
Da Raffaele Trapani, giovane presidente che da dieci anni tiene in vita prestigiosi campionati, insperati per una città di poche anime, mi attendo nei prossimi giorni – in vista dell’ultimo incontro del girone di andata contro la Casertana – più di un botto in tema di acquisti.
Chiamiamoli pure botti di fine anno.
Auguri a tutti.
Nino Ruggiero
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