Così è, anche se non vi pare
Nel calcio non c’è mai niente di scontato; ecco perché questo sport – nonostante qualche inevitabile magagna che lo ha caratterizzato negli ultimi tempi – ancora affascina le folle. Quando si affrontano due squadre, l’una costruita senza badare ai risparmi, forte e ampollosa nel suo incedere, l’altra apparentemente dimessa e incerta, non è detto che debba vincere per forza la prima. Se dovessero vincere sempre le squadre che sulla carta sono più forti, il calcio avrebbe perduto tutto il suo fascino e – di conseguenza – i suoi inossidabili cultori.
I pronostici e i calcoli si fanno sulla carta. Il campo, per fortuna, ragiona diversamente e ragiona con il sudore della fronte, con l’agonismo, con la forza che hai nelle gambe e anche con l’intelligenza dei contendenti.
Ci sono tanti fattori che caratterizzano l’esito di una partita di calcio. Uno di questi è costituito dalla consapevolezza delle proprie forze, o se vogliamo dirla alla napoletana, dall’intelligenza di “misurarsi bene la palla”. Lo ha fatto la Paganese contro il Foggia, presentandosi in una veste tatticamente perfetta e interpretando alla lettera, senza sbagliare molto, il copione tracciato alla vigilia dal suo giovane tecnico che ben sapeva di dover incontrare una squadra forte in tutti i reparti e che addirittura in panchina schierava un’intera compagine di riserva i cui elementi farebbero la felicità di tante altre squadre di categoria.
Meglio di come è andata non poteva andare e la vittoria è stata più che meritata, al di là di quello che lo striminzito punteggio potrebbe far pensare.
“Più forti dei poteri forti” – recitava un imponente striscione nel settore distinti e il pensiero è andato alle vicissitudini che hanno interessato la Paganese nel corso di una lunga estate calda che ha tenuto tutti con il fiato sospeso per le sue sorti.
Impegni diversi, perché fuori sede, mi hanno impedito di essere presente al “Marcello Torre”, ma all’ora canonica non ho mancato di collegarmi con il canale telematico “Sportube” che trasmette anche quest’anno tutte le partite della Legapro.
Credo che in casa Paganese si possa essere più che soddisfatti. Soddisfatti i soliti impareggiabili e irriducibili appassionati che non fanno mancare il proprio apporto alla squadra. Soddisfatti tecnico e dirigenti, Raffaele Trapani in testa, che hanno visto all’opera una squadra ben messa in campo dal redivivo Grassadonia e capace di interpretare alla lettera i dettati del calcio di sempre: tutti dietro la linea immaginaria della palla quando sono gli avversari ad avere il pallino del gioco; pronti però a proporsi in avanti velocemente per quelle che oggi vengono chiamate ripartenze e che una volta si chiamavano contropiede.
In questo, Grassadonia ha trovato subito interpreti eccezionali; ha trovato Rosania, fresco arrivo, che ha saputo coordinare l’apparato difensivo in virtù di una buona personalità; ha trovato nella zona centrale Deli, che non è affatto una sorpresa, e Carcione, metronomo dai piedi buoni. Accanto a loro altri elementi che si sono sacrificati per due e che hanno saputo interpretare alla perfezione sia la fase difensiva che quella di rilancio e di rifinitura. Parlo soprattutto di Cunzi, che si avvia a diventare un beniamino della tifoseria non solo per le qualità tecniche ma anche per lo spirito di sacrificio che lo pervade dal primo all’ultimo minuto. A questo aggiungeteci il Caccavallo delle migliori giornate, capace di sbloccare la partita nel momento clou della stessa e di essere sempre presente in ogni momento della gara sotto rete.
Ma una nota particolare, consentitemela, va spesa per Marruocco che ha ridimostrato di poter essere elemento determinante; un paio di suoi interventi hanno avuto del miracoloso. Il che non significa – badate bene – che si sia vinto grazie alla parate del numero uno azzurro stellato; infatti la cronaca è piena zeppa di occasioni da gol da parte della Paganese che avrebbe meritato di vincere con un punteggio ben più consistente.
La “prima” dunque è andata al di là di ogni più rosea previsione. Onore e merito alla squadra e al suo tecnico. Basterebbe pensare al fatto che Grassadonia è stato costretto dalla rosa risicata a schierare calciatori appena arrivati alla sua corte, oltre a Caccavallo alle prese in settimana con un problema muscolare.
È andata bene e vogliamo sperare che vada altrettanto bene anche nelle prossime impegnative gare, ma credo che sia indispensabile assicurare alla squadra qualche altro elemento di valore, se non altro per dare al tecnico la possibilità di effettuare delle scelte nei momenti topici delle gare.
Per il momento va bene così; anche se nel calcio c’è sempre bisogno di conferme perché ogni partita fa storia a sé.
Nino Ruggiero
Come inizio non c’è male…
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