L’estremo saluto a una persona cara rappresenta solo l’epilogo di un rapporto vissuto intensamente nel corso della vita terrena.
Conoscevo Nunzio Sabatino dagli anni giovanili, da quando, insieme a Filuccio Avosso, a Barbazzano, “corrompemmo” don Natale Ferraioli e fondammo una squadra di calcio, l’Acies.
Don Natale era il nostro padre spirituale e pretese che la squadra, da lui sponsorizzata, avesse la denominazione di ”Acies ordinata”, in volgare “Schiera ordinata” .
Noi, discoli, accettammo ma la squadra in seguito fu solo Acies perché di ordinato aveva ben poco. Nunzio era centravanti di sfondamento; aveva fisico, padronanza del pallone e – soprattutto – era un generoso. Così come è stato sempre generoso e altruista nel corso degli anni, quando l’ho rincontrato ai tempi di Telenuova, sposo esemplare della cara Nunziatina, sorella di Felice e Gaetano Califano, zio acquisito di Franco e Giogiò Pepe.
Nunzio a quei tempi era l’anima di Telenuova. Un vero pioniere, soprattutto nelle trasmissioni sportive che allora abbondavano. Conduceva un primordiale telegiornale e faceva coppia con Ninì Cesarano nel corso di una fortunata trasmissione sportiva, “Due ore di sport”, punto di forza dell’emittente per parecchi anni.
Poi, la malattia. Una lunga guerra con il destino, con cento battaglie vinte, ma mai definitivamente.
Addio, vecchio amico. Ricorderò sempre il tuo amore per la famiglia e il culto supremo che hai sempre avuto per l’amicizia, la nostra quasi secolare amicizia.
Da oggi mi sentirò più triste e più solo.
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