Nella foto, tratta da Sportube, la sforbiciata di Baccolo salvata sulla linea di porta da Diop
È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta! Il traguardo della salvezza, che oramai a Pagani – per le vicende che hanno interessato la proprietà – equivale a quello di una promozione, è stato raggiunto a una settimana dal termine del campionato.
È da considerarsi soddisfacente il bilancio finale, considerato che la squadra si salva senza dover passare per la tagliola dei play-out? Oppure deve essere considerato deludente, se si pensa che la squadra nella prima parte del campionato era addirittura arrivata a cinque punti dalla zona play-off?
Tempo di festeggiamenti e di riflessioni.
Festeggiamenti da parte di coloro che hanno seguito la squadra, “nella buona e nella cattiva sorte”, fedeli all’incrollabile principio religioso, fino all’ultimo istante della difficile annata calcistica. Festeggiamenti perché, nonostante tutte le vicissitudini personali che hanno interessato e interessano il presidente Trapani, ancora una volta – e non è la prima – la squadra ha mantenuto la categoria; traguardo di minima fissato all’inizio del campionato.
Riflessioni, invece, da parte dei tanti che – delusi dal ridimensionamento natalizio dei quadri della compagine – hanno cominciato a disertare gli appuntamenti casalinghi del “Marcello Torre” per poi, da lontano, asetticamente, accingersi a guardare al difficile cammino della squadra.
Credo che, come sempre nella vita, ci sia un punto mediano dove devono andare a convergere le diverse verità.
Quella appena conclusa, perché è conclusa, anche se manca una giornata di calendario alla fine, è un’annata calcistica che non dimenticheremo facilmente.
Ne abbiamo visto di tutti i colori. Un girone di andata super, specie dopo l’arrivo di Sottil e di qualche indispensabile rinforzo. Una marcia a tutto gas con risultati positivi sorprendenti, in linea con le ambiziose aspettative da parte della società e da parte di una tifoseria vogliosa di avere una squadra in grado di competere con chiunque. Bravo Sottil, brava la proprietà, bravo lo staff dirigenziale, bravi soprattutto i calciatori, interpreti diretti di una voglia matta dell’ambiente di uscire fuori dalla solita aurea mediocrità di classifica.
A dicembre, nelle feste natalizie, il brusco ritorno alla realtà. La squadra deve ridurre le spese di gestione per esigenze di bilancio sopravvenute per problemi giudiziari che interessano Raffaele Trapani. Zacchete! Taglia di qua, taglia di là, la squadra perde la sua identità con un equilibrio tattico conquistato faticosamente, passo passo, specie dopo il cambio del manico tecnico.
Nomi non ne faccio, ma sapete tutti che la squadra aveva una sua precisa dimensione soprattutto nella zona nevralgica del campo, dove si costruisce il gioco in virtù di calciatori navigati ed esperti che danno un senso alla sostanza delle squadre. Non solo; ma anche in avanti, con tutti i problemi di ordine caratteriali di qualche atleta, i gol non mancavano mai all’appello e spesso erano vere e proprie prodezze personali a decidere esiti di partite considerate impossibili.
Due veri e propri distinti tornei nella stessa stagione.
Quello di andata con Paganese che chiude a venticinque punti, a un tiro di schioppo dalla zona play-off; quello di ritorno concluso (?) con un bottino misero di dodici punti, vale a dire meno della metà dei punti conquistati nel girone di andata, il minimo assoluto, confrontando i punti acquisiti da tutte le squadre impegnate nella lotta per non retrocedere.
Allora bisogna convenire che, in questa controversa annata calcistica, abbiamo visto in campo due squadre. L’una – quella del girone di andata – spavalda e fiera; l’altra – quella del girone di ritorno – timorosa e balbettante.
Se alla fine della gara con il Martina Franca ci sono stati festeggiamenti prolungati nei confronti dell’allenatore Sottil, vuol dire che la tifoseria, quella che ha sempre accompagnato la squadra, ha intuito che gran merito della salvezza è da attribuirsi all’opera del tecnico che ha sposato – forse malvolentieri – il progetto del ridimensionamento per salvaguardare innanzitutto un bilancio ballerino.
Il futuro, intanto, è già dietro l’angolo. L’augurio di tanti è che Raffaele Trapani – cui va il merito indiscutibile di aver sempre mantenuto gli impegni presi – possa risolvere al più presto i suoi problemi giudiziari e, conseguentemente, possa essere più vicino, in tutti i sensi, alla squadra.
I programmi però dovrebbero essere chiari e non traballanti. Proprio perché sono note le possibilità della società che non può permettersi grossi investimenti, credo che la prossima squadra vada costruita, come si fa con un palazzo, dalla base; con pochi giocatori esperti, di categoria, che però devono costituire l’asse portante della stessa, e con giovani interessanti.
Solo i giovani – anche se di talento – non bastano; ricordiamocelo sempre.
Nino Ruggiero
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