Nella foto, tratta da Sportube, il gol messo a segno da Calamai
Le mie note di certo non hanno il crisma dell’infallibilità. Sono solo pareri di un giornalista che vede la partita a modo suo; pareri che possono essere condivisi o possono sembrare eresie. I punti di vista e i metri di valutazione da parte di chi si accinge a commentare una partita di calcio non sono sempre in sintonia con i giudizi di chi a quell’evento partecipa, sia come attore, sia come spettatore. Lo dico a beneficio di coloro i quali, con grande pazienza, hanno la bontà di seguirmi settimanalmente e che – rilevo – esprimono opinioni diverse dalle mie. Ognuno vede il calcio in un certo modo, non ci piove. Una cosa però deve essere chiara ed inconfutabile: tutte le opinioni vanno rispettate, sempre.
Nelle poche note di ieri, buttate giù a pochi minuti dalla fine della gara, ho parlato di una Paganese che aveva tenuto bene il campo. Lo confermo, a dispetto di un risultato che ancora non è stato digerito per come è maturato.
Un pareggio esterno è sempre un risultato ben accetto, sia chiaro. Ma per come si era messa la partita; per l’autorevolezza con la quale la squadra aveva condotto la gara; per le numerose azioni da gol create e sprecate di un soffio, è altrettanto chiaro che un pareggio, giunto nei minuti di recupero, ti resta sullo stomaco.
Sottil aveva messo in campo una formazione del tutto inedita. Dopo le partenze di Caccavallo ed Herrera, dovendo fare a meno dell’influenzato De Liguori e dello squalificato Deli, l’allenatore aveva rivoltato l’assetto centrale della squadra. Dentro il giovane Bergamini, nel ruolo di play-maker e debutto di Malaccari sulla fascia destra, in funzione di ala tornante, come si diceva una volta. A sinistra Calamai, ugualmente come tornante, un occhio alla fase difensiva ed un altro all’attacco. Al centro Baccolo, affiancato da Bernardo, quest’ultimo nell’inedita veste di mediano incontrista. Mosse che hanno sorpreso un po’ tutti, ma che sono risultate subito azzeccatissime.
In campo la Paganese ha fatto il bello e il cattivo tempo. Manovra fluida, tocchi di prima, inserimenti sulle due fasce da parte di Armenise e Calamai sulla sinistra e di Vinci e Malaccari sulla destra. Trenta minuti buoni iniziali in cui la Reggina è stata solo a guardare. Un impatto con la gara più che promettente, suggellato con un gol da manuale; cross a scavalcare dai piedi di Bergamini ed inserimento fulmineo in area di Calamai, bravo ad impattare di destro sotto la traversa. La Reggina per oltre mezzora è stata succube della Paganese; la sua manovra è apparsa lenta, prevedibile, quasi scontata. Un secondo gol, da parte degli azzurro-stellati avrebbe messo definitivamente kappao la frastornata squadra amaranto. Ma qualcosa non è andato nel verso giusto in fase di concretizzazione. Fosse stata più cinica e spietata in zona gol, a quest’ora staremmo parlando di una grande Paganese. Ma così non è stato, purtroppo. In tutti i casi, bisogna riconoscere che gli uomini di Sottil hanno giocato una gara al di là delle aspettative, soprattutto se teniamo presente che c’erano nuovi innesti e qualche atleta doveva impegnarsi a rivestire nuovi compiti tattici.
Ha sorpreso positivamente la prova di Bergamini, schierato dal primo minuto di gioco nell’undici titolare; il giovane, pur giocando su ritmi sincopati, ha svolto con buon profitto il ruolo di play-maker e ha dato spesso il “là” alle manovre offensive della squadra. Ottimo il funzionamento delle due filiere di destra e di sinistra. A destra Vinci e Malaccari hanno giocato come se si conoscessero già da tempo e si sono alternati nel portarsi in avanti a sostegno dell’isolato Girardi. Sulla sinistra – e qui qualcuno non sarà d’accordo con il mio giudizio – ho visto finalmente all’opera il miglior Armenise della stagione che si è fatto valere quando si è spinto poderosamente in avanti. Qualche suo cross avrebbe meritato maggiore fortuna. Sulla stessa fascia, in posizione più avanzata, Calamai si è ritagliato un ruolo di primo piano; il calciatore forse è stato riscoperto più attaccante che incontrista, per giunta spietato sotto rete. E siamo a tre gol realizzati, non pochi per uno che di mestiere fa il centrocampista. Non bastasse, Calamai – molto più continuo del solito nel suo incedere sulla fascia sinistra del suo schieramento – ha sfornato assist pennellati; uno di questo, purtroppo, è stato male raccolto da Bernardo che, in piena area, avrebbe potuto dare un dispiacere definitivo alla Reggina. Invece, come capita assai spesso nel calcio, dopo aver fallito più volte il gol del raddoppio, è arrivato il beffardo gol del pareggio nei minuti di recupero; credo che, nella circostanza, si sia trattato di un errore di posizionamento dell’intera difesa.
Concludo con poche considerazioni. La partita si poteva vincere ma non dobbiamo strapparci i capelli per un pareggio che resta comunque un risultato positivo. La squadra, pur in formazione di emergenza, ha denotato forte personalità e non era facile, considerando soprattutto l’assenza di De Liguori nella zona centrale del campo. Dei nuovi, più che buono l’impatto con la gara di Malaccari che si è fatto valere sia in fase di contrasto che in avanti sulla fascia destra. Longo ha giocato solo pochi minuti ma mi sembra già pronto e frizzante. Perna non è giudicabile. Ma in tutta onestà, con l’attuale difesa sempre più granitica nel duo centrale Tartaglia-Moracci, credo farà fatica a ritagliarsi uno spazio utile.
Adesso dobbiamo pensare alla prossima gara con la Lupa Roma e a fare punti.
All’inossidabile Sottil l’ingrato compito di inventarsi un attacco.
Nino Ruggiero
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