Così è, anche se non vi pare
Nella foto, tratta da Sportube, infortunio a Marruocco dopo uno scontro con Di Carmine
Le sconfitte, soprattutto quelle maturate fra le mura amiche, lasciano sempre l’amaro in bocca; figurarsi poi quando si perde all’ultimo minuto di gioco e contro una rivale di sempre.
Purtroppo, ancora una volta, anche la buona sorte ci ha messo del suo, fermo restando che la squadra – così com’è al momento – è monca e incompleta. Ma questo lo si sapeva già anche se più d’uno fidava su improbabili qualità taumaturgiche di un tecnico che invece non può fare miracoli. Un po’ come quel cartello stereotipato che diceva più o meno così: il normale lo facciamo subito; il difficile cerchiamo di farlo; per i miracoli ci stiamo attrezzando.
Adesso dopo l’inopinata sconfitta contro la Juve Stabia, in parecchi adombrano un cambio della panchina. I pochi amici che seguono le mie note sanno bene come la penso in materia. Credo che quando si ingaggia un tecnico molto tempo prima che il campionato abbia inizio, lo si faccia con raziocinio e ragione, soprattutto quando si è puntato su un nome che dovrebbe fornire garanzie di serietà e di preparazione professionale. Non devo e non voglio difendere nessuno, ma credo che non si possa cambiare idea su un tecnico appena i risultati non sono quelli sperati. Bisognerebbe per prima cosa interrogarsi sui motivi che hanno portato e portano a risultati insoddisfacenti, senza scaricare tutte le colpe e gli insuccessi calcistici sul solo tecnico.
Gli allenatori sanno bene che in mancanza di risultati sono sempre a rischio, non ci piove, ma una società che si rispetti deve avere le idee chiare in proposito. Deve sapere, tanto per essere più espliciti, se ha dato al tecnico tutto il materiale umano di cui la squadra aveva bisogno in linea tecnico-tattica per il raggiungimento di un programma di minima che, credo, sia stato fissato in una tranquilla salvezza. Sono cose che in molti non conosciamo ma che la società sa bene.
Se l’allenatore ha avuto le pedine giuste, richieste espressamente, è anche giusto che il suo operato venga messo in discussione. In caso contrario credo che bisognerebbe invece agire diversamente e recitare il “mea culpa”, augurandosi che le cose possano migliorare con accorgimenti tattici che devono tenere in conto sempre di più l’obiettivo minimo della salvezza. Il tutto in attesa della cosiddetta campagna di riparazione.
Andrò anche controcorrente, ma credo che la salvezza sia alla portata della squadra, nonostante il periodo poco favorevole. Purtroppo in questo difficile campionato di Legapro, che chiamerei più semplicemente serie C unica, militano squadre di valori tecnici assoluti che mirano, senza nascondersi minimamente, alla promozione in serie B; e sono in parecchie, credetemi. Contro queste squadre, fra cui proprio la Juve Stabia, bisognerebbe sempre “misurarsi bene la palla”, nel senso che quando non riesci a vincere come si vorrebbe e come è giusto sempre che sia, bisognerebbe almeno non perdere. Invece ieri la sconfitta è maturata all’ultimo minuto, con una difesa “poco difensiva” proiettata nella circostanza in avanti alla ricerca del successo. Non altrimenti si possono spiegare i due interventi miracolosi consecutivi di Marruocco, con difensori completamente assenti sulle due prodigiose ribattute del portiere.
Eppure la squadra aveva dato dimostrazione di una buona solidità difensiva per tutta la durata della gara ed aveva messo in condizione di non nuocere attaccanti come l’ex fiorentino Di Carmine e gli emergenti Gammone e Vella, segno che quando la squadra è bene ancorata alla difesa riesce a fare in pieno il suo dovere. È la ricerca ossessiva del gol che non arriva che porta talvolta a scompensi difensivi. Ma una squadra che deve salvarsi non deve e non può commettere errori tattici tanto grossolani.
Già, il gol… qui casca l’asino. Il gol è diventato l’assillo più inquietante. Si segna con il contagocce e i tiri indirizzati verso la porta avversaria arrivano quasi tutti da palle inattive; tiri su azione molto pochi e quasi tutti fuori dallo specchio delle porte avversarie.
In questa direzione bisognerà lavorare a fondo cercando di liberare Caccavallo dalle strette maglie difensive cui è sottoposto. Non male la prima di Malcore che deve prendere più confidenza con il ritmo gara. Al momento mi sembra proprio lui la soluzione migliore in attacco, in attesa di riavere il miglior Girardi.
Adesso dobbiamo cercare di recuperare in trasferta i punti perduti malamente fra le mura amiche.
Nino Ruggiero
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