Così è, anche se non vi pare
Nella foto, ripresa da Sportube, Caccavallo sistema il pallone sulla sua mattonella
È andata male a Lecce. Il risultato finale lascia l’amaro in bocca, non tanto per una sconfitta che poteva pure essere messa nel conto, quanto per il modo con cui essa è arrivata. Il calcio è un gioco strano e crudele, forse per questo affascina ancora; non c’è mai niente di scontato, la sorpresa è sempre dietro l’angolo, anche quando tutto sembra andare in un verso anziché in un altro.
La Paganese di certo avrebbe meritato di più, in una valutazione complessiva della gara, ma ci sono tanti fattori in una partita di calcio che devono essere sempre tenuti presente, non ultimo la decisione dell’arbitro che nella prima parte della gara ha trasformato un sacrosanto rigore in una punizione dal limite.
Il calcio è spietato. Ieri prima di Lecce-Paganese, grazie a Sportube, ho visto Salernitana-Melfi. Non ci crederete, ma i lucani nel corso dei novanta e più minuti hanno messo alle corde i più titolati avversari che si sono salvati solo grazie a cinque-sei parate miracolo del portiere Gori. E stiamo parlando di una squadra, la Salernitana, costruita per vincere…
Cosa voglio dire? Solo che il calcio va accettato così come è e che le partite si vincono se riesci a mettere più palloni in rete dell’avversaria di turno. Senza gol, purtroppo, parafrasando un famoso detto popolare, non si cantano messe. E la Paganese del momento di gol ne fa pochini, per cui il risultato di ieri non deve scandalizzare più di tanto.
Di solito, conoscendo abbastanza il calcio, non recrimino mai sul risultato, che spesso non è lo specchio fedele dell’apparente andamento di una partita di calcio. Se guardo con attenzione e con spirito critico alla prestazione della squadra, devo, da un lato elogiare la prestazione complessiva, e dall’altro, guardare alle pecche che ci sono e vengono sempre fuori.
Ognuno nella vita conosce e pratica un mestiere. Uno dei mestieri più difficili è quello del goleador, vale a dire il calciatore che sa fare gol in qualsiasi condizione per innato fiuto della porta avversaria, mestiere quasi in disuso, quasi raro nel variegato panorama calcistico dove abbondano i generici. Operai comuni quanti ne vuoi, specializzati pochi, quasi come le mosche bianche.
Sull’argomento mi intrattenni a lungo tanti anni fa con Angelo Mammì, uno dei calciatori entrati nella schiera dei miei pochi ma soppesati amici. “Il mestiere del gol è un mestiere molto difficile – mi disse – ma devi sapere una cosa: chi ha il fiuto del gol segna in tutte le serie, magari segnerà di meno in una categoria superiore, ma segnerà sempre”.
Già, il mestiere del gol… è una parola!!! Un gol come quello incassato dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco, con una prodezza di Miccoli, ci può anche stare. La difesa, salvo l’errore di piazzamento sul gol incassato, ha giocato un’onesta partita. Crescono per fortuna sempre di più le quotazioni di Tartaglia e Moracci, che si dimostrano all’altezza della situazione e sono dotati anche di grande personalità, dote che non sempre si riscontra in difensori giovani; conferme arrivano per Marruocco e per Bocchetti, elementi che per la verità non dovevamo scoprire noi.
Purtroppo le notte dolenti cominciano a centrocampo, soprattutto in fase di costruzione del gioco e proseguono per quello che riguarda la zona gol. Avrei voluto vedere ancora all’opera Gai, un centrocampista di mestiere che in Coppa Italia mi aveva dato l’impressione di avere una chiara visione di gioco; ma sapete che è infortunato. Ci sono troppi portatori di palla e il gioco è quasi scontato. Regia assente, lucidità poca, passaggi filtranti non pervenuti; solo uno sterile possesso di palla e ricerca continua di assist per Caccavallo, etichettato oramai come l’uomo della Provvidenza, unico terminale offensivo efficace fra tanti portatori di palla.
Le partite si vincono mettendo i palloni in rete; puoi dominare territorialmente pure per tutti i novanta e più minuti di gioco, ma se non metti il pallone nella rete avversaria sei fottuto. Se si ferma Caccavallo, se il magico sinistro si blocca o se i portieri avversari sono in vena di prodezze, come è avvenuto con Caglioni capace di andare a prende un pallone dal “sette” proprio all’ultimo minuto di recupero, non ci sono al momento speranze di farla franca perché il golletto in un modo o in altro lo becchiamo sempre.
Detto doverosamente quello che andava detto perché non sia tirata in ballo, in sede di resoconto, il facile alibi della sfortuna, aggiungerei anche che se, come credo, il traguardo prefissato dalla società è quello della salvezza, basterà solo qualche accorgimento in più per arrivarci perché complessivamente la squadra non è affatto scadente.
Non me la prenderei nemmeno troppo con Cuoghi, allenatore che fa sicuramente del suo meglio e che di certo – statene certi – non è autolesionista. Nel calcio, si sa, si fa presto a cambiare opinione: gli allenatori sono in gamba quando vincono e sono scarsi quando perdono. Abbiamo per questo una brutta abitudine e dovremmo, invece, avere le idee più chiare al riguardo.
La partita con il Lecce, finita con un risultato che brucia e brucerà per parecchio tempo per come è maturata, ha evidenziato ancora altre discrasie tattiche. Purtroppo, ce lo dobbiamo dire, è il gioco sulle due fasce che non funziona. Logico quindi che ci si vada poi ad intrupparsi al centro in un groviglio di avversari che sanno difendere bene la propria porta. Anche a Lecce, le due corsie hanno funzionato a scartamento ridotto. Purtroppo, per caratteristiche tecniche, Vinci non è e non sarà mai uno scattista; esegue bene la fase difensiva, ma non è altrettanto efficace quando si tratta di scendere a fondo campo. Qualcosa in più me lo sarei aspettato dal giovanissimo Paterni, brillantissimo contro il Messina ma stranamente frenato sulla difensiva contro il Lecce. Il ragazzo è rimasto ancorato alla difesa, è riuscito anche a dare una mano a Tartaglia, soprattutto nei primi minuti di gioco, ma non si è mai spinto autorevolmente in avanti a sostegno della manovra offensiva fidando sui suoi numeri in velocità.
Sono convinto che Cuoghi, appena recuperati in pieno Gai e Baccolo, proverà a spostare qualcosa in avanti portando Herrera sulla corsia di sinistra in posizione di ala vecchio stampo. Visto che il materiale è quello che è, se si vuole cercare più efficacemente la via del gol perduto, bisognerà dare più ariosità alla manovra; questo per cercare di liberare Caccavallo dalle strette difensive cui oramai è sottoposto quasi da “sorvegliato speciale”.
Che devo dire di più?
Nino Ruggiero
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