Così è, anche se non vi pare
L’ingresso in campo di Deli e Girardi nella ripresa (foto da Sportube)
Credo proprio che un Sergio Leone, tifoso della Paganese, dopo la partita con la Lupa Roma – dopo il grande successo ottenuto negli anni passati dai favolosi e mai dimenticati “C’era una volta il west” e “C’era una volta in America” – avrebbe scritto e diretto “C’era una volta il gol” .
Ho vissuto intensamente i novanta e più minuti affidandomi a Sportube, che, avrà pure qualche pecca, ma assicura la visione delle gare a tutti coloro che per un motivo o per un altro, soprattutto quando la squadra del cuore gioca in trasferta, non possono assistervi dal vivo.
Paganese in regresso sul piano del gioco, rispetto alle precedenti gare di campionato e di Coppa. La squadra quando tutti ci aspettavamo un miglioramento nei meccanismi di gioco, negli interscambi e nel controllo della palla, soprattutto nell’impostazione del gioco, al cospetto di una Lupa Roma tosta, ha ruminato invece gioco stucchevole e prevedibile.
Certo, ha avuto sempre in mano (o meglio, fra i piedi) il pallino del gioco; ma si è trattato di uno sterile predominio territoriale che non ha avuto mai il crisma dell’irresistibilità. Prova ne sia che, nonostante un possesso palla costante, soprattutto per la seconda parte della gara, ben poche sono state le occasioni da rete nel corso di tutta la partita.
Lupa Roma-Paganese era una partita che si sarebbe chiusa tranquillamente a reti inviolate; ma ci hanno pensato i due centrali Bocchetti e Djibo che, in occasione dello splendido stacco di testa di Tajarol che ha portato all’unico gol della partita, l’hanno fatta grossa. Passi per Djibo che deve ancora maturare, ma da Bocchetti una leggerezza difensiva così non è accettabile, soprattutto perchè nelle aspettative generali l’ex napoletano dovrebbe costituire il riferimento costante ed autorevole del reparto difensivo.
Purtroppo non solo non ci sono stati i miglioramenti sperati, per quello che riguarda la manovra generale, ma addirittura c’è stata un’involuzione nel gioco, sempre prevedibile, lento, macchinoso ed impreciso soprattutto nel passaggio finale in zona gol.
Andrò anche controcorrente, ma continuo a credere che la squadra a centrocampo difetti di un uomo d’ordine che sia di riferimento nella costruzione del gioco. Troppi sono i portatori di palla che si dannano per sostenere la manovra in fase di attacco, ma il loro frenetismo agonistico porta ad un intruppamento, gomito a gomito, in difese che conoscono bene il loro mestiere. Ci dobbiamo solo augurare che l’infortunato Gai, una volta ristabilito in pieno, da metronomo con piedi buoni, sappia dare alla squadra maggiore equilibrio tattico.
Una sconfitta in trasferta non dovrebbe causare drammi. Ma è l’andamento della partita, l’atteggiamento della squadra che lascia perplessi. Guardate, non è tanto la prestazione incolore di qualche elemento che lascia interdetti, quanto la prestazione complessiva della squadra che non ha mai dato l’impressione di poter pareggiare le sorti, dopo aver incassato – a difesa schierata – un gol che brucia e accusa.
Di solito la prima impressione è quella che conta. Avevo tratto delle buone indicazioni per il prosieguo del campionato dalle gare di Coppa e dai primi due turni, nonostante il passo falso interno con la Reggina. Non vorrei essermi sbagliato e quindi mi auguro che la gara di Aprilia possa essere considerata solo un infortunio di percorso.
Qualcosa però devo dirlo in conclusione della mia abituale nota settimanale. Qualche atleta – soprattutto quelli che non hanno effettuato il solito inutile ritiro – ha bisogno ancora di tempo per raggiungere una buona condizione atletica; qualche altro, probabilmente, dovrebbe ritrovarsi in zone di campo più confacenti alle sue potenzialità e caratteristiche tecniche. Ma sarà Cuoghi, abbiate pazienza, che dovrà far quadrare il cerchio nelle prossime settimane facendo delle scelte appropriate.
Ma facciamolo lavorare come merita evitando di farci prendere dallo sconforto del momento.
Finalino sullo strano colore delle magliette adottate in trasferta: è possibile vestire nuovamente il nostro azzurro o, in alternativa, il bianco come tanti anni fa?
Credo che anche l’occhio debba avere la sua parte…
Nino Ruggiero
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