Così è, anche se non vi pare
I giovani, anzi direi i ragazzi, si sono fatti rispettare. No, non c’entra il risultato che non aveva alcun significato e importanza in una partita di fine campionato. Da una parte la Salernitana con la testa già rivolta alla disputa dei play-off (a Frosinone, in particolare); dall’altra la Paganese dei giovani, quella che ci ha fatto dannare l’anima per tutto il campionato, con una “rosa” ancora più da squadra “primavera”.
Una vittoria che non mette e non leva niente al “clichè” di un campionato anonimo ed inconcludente, tanto da poter affermare tranquillamente che non sempre i salmi finiscono in gloria; nel senso che, con tutta la buona volontà, non è possibile esaltarsi per una vittoria e cancellare, con un colpo di spugna, tutte le delusioni patite in un anno sfortunatissimo.
Partita tranquilla, in campo e sugli spalti, quasi amichevole. Da ritenere più che buoni gli innesti di alcuni ragazzi della formazione “primavera”: di Acunzo che non ha ancora compiuto sedici anni e gioca con la disinvoltura di un veterano; di De Risi, nipote di Enzino “cioccolato” presidente della società agli inizi degli anni Ottanta, che ha svolto egregiamente il compito affidatogli; di Tortora, che fin che è stato in campo senza problemi di natura fisica, si è fatto rispettare sulla linea difensiva.
Beh! diciamocelo in un orecchio: se la squadra, così come costruita, ha continuato – domenica dopo domenica – a deludere le aspettative generali, perso per perso, forse era meglio utilizzare prima i ragazzi della “primavera”, almeno avremmo avuto una ragione per continuare a seguirla. Con i “se”, con i “ma”, con i “forse” e con i “però”, intese come particelle “sgarrupative” non si va da nessuna parte, d’accordo; allora è meglio spostarci sul futuro nella speranza che le delusioni che ci hanno accompagnato per tutto il campionato possano essere assorbite e metabolizzate nel campionario di esperienze personali.
Il bilancio di questo campionato è da ritenersi fallimentare per quello che riguarda i risultati sportivi raggiunti. Non c’erano retrocessioni, è vero, e la società ha pensato soprattutto a far quadrare i conti; su questo non ci piove. Giovani in quantità nella “rosa”, anche troppi. Qualcuno di valore, qualche altro non tanto. Esperienza poca, quasi zero; e senza esperienza – è risaputo – non si va da nessuna parte. I giovani di valore rappresentano il futuro ma devono crescere bene; devono essere assistiti in campo, devono avere punti di riferimento certi per maturare bene. Il presidente Trapani, che è il primo tifoso della squadra, deve convincersi che prima di ogni cosa nell’allestimento di una squadra bisogna costituire il nucleo centrale attorno al quale far ruotare i giovani satelliti. Ci vogliono tre-quattro elementi di esperienza e di valore indiscusso, da individuare con la convinta indicazione del nuovo allenatore e poi contornarli di giovani; è con una giusta miscela che si forma una squadra.
Raffaele Trapani credo che queste cose le sappia già, ed anche bene. Le deve solo mettere in pratica. Fossi in lui, degli elementi di quest’anno, non mi priverei del portiere Volturo e di Deli, che – se non vado errato – sono anche elementi di proprietà della società.
Attendiamo fiduciosi l’evolversi della situazione tecnica. Ci sono nomi di tecnici che rimbalzano di giorno in giorno sugli organi di informazione, anche se qualche buon amico mi suggerisce che con Campilongo c’è già un accordo di massima. Una cosa è certa: non bisognerà perdere del tempo prezioso perché è in questo periodo che si costruiscono le squadre. Raffaele Trapani è chiamato metaforicamente al varo della “nave” e al taglio della torta, come in questa foto di repertorio che – scattata in un periodo d’oro – nessuno ha mai dimenticato.
Nino Ruggiero
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