Così è, anche se non vi pare
E sì, scrivo; scrivo come da impegno morale preso con i pochi amici che ancora hanno la bontà di leggere le mie note. Ma forse sprechiamo tempo tutti: io per primo, e poi voi, pochi residui lettori affezionati che siete rimasti fedeli alla squadra e alle mie riflessioni che oramai non fanno più né caldo né freddo, tanto è stato insulso, e lo è ancora, questo scombinato cammino nel presente campionato.
Allora, di che dobbiamo parlare, che cosa possiamo ancora dire dopo aver quasi scritto da settembre in poi quasi un trattato su questo torneo che ci vede relegati all’ultima posizione di classifica, senza scampo, senza pietà.
Ogni tanto una speranza, un sussulto, un tentativo. Forse è la guida tecnica che non va; è il “manico” che va cambiato. Arriva il cambio, giochiamo così così e riusciamo a pareggiare con una nobile del calcio campano, il Benevento. Poi giochiamo a Pontedera e per la prima volta in tutto il campionato riusciamo anche a pareggiare. Vuoi vedere che abbiamo indovinato la “mistura” giusta? Si perde poi ad Ascoli con un rocambolesco 2 a 3 e ci convinciamo che la squadra è comunque in ripresa. Ma basta un normalissimo Viareggio, squadra per niente trascendentale, quindici giorni fa, per riportarci con i piedi a terra; tre gol incassati e torniamo a essere quelli di prima, domenica dopo domenica. Per inciso, il Viareggio è la squadra che appena tre giorni fa ha preso cinque pappine in casa dalla Salernitana…
Allora che facciamo, continuiamo a dirci le stesse cose: che la squadra è giovane e inesperta; che manca una spina dorsale nella zona centrale del campo; che – alla Eduardo – deve solo passare una lunga e interminabile nottata? O dobbiamo usare i pannicelli caldi per giustificare o tentare di giustificare l’ennesimo passo falso domenicale?
Fosse stata una delle prime partite di campionato, quella di ieri, ad onor del vero, avremmo potuto benissimo dire che la squadra non è stata aiutata molto dalla fortuna.
Dovrei dirvi di una sconfitta che brucia per come è arrivata: dovrei dirvi che il Pisa ha avuto un munifico regalo su un piatto d’argento da parte di un poco oculato arbitro; dovrei dirvi della prova d’orgoglio della squadra azzurrostellata e di una cattiva sorte che quest’anno – valori tecnici a parte – sembra accompagnare la squadra.
Ma, ahinoi! – calendario alla mano – ci accorgiamo che siamo arrivati a giocare la bellezza di ventiquattro partite con un bottino che sa tanto di pieno fallimento: tre vittorie, quattro pareggi e diciassette sconfitte. Dobbiamo aggiungere altro?
Allora dobbiamo solo augurarci che questo “sperpetuo” finisca presto e che si gettino presto le basi per un futuro diverso. Il prossimo anno ci sarà poco da scherzare; con un campionato che prevederà anche amare retrocessioni, e chi retrocederà andrà direttamente nei dilettanti, sarà importantissimo allestire una squadra di tutto rispetto. Credo che Raffaele Trapani, al cui nome è legato un periodo felicissimo della storia locale, stavolta farà valere tutta la sua esperienza e lungimiranza di cui è dotato e allestirà una squadra di tutto rispetto.
Solo così al “Marcello Torre” – quando sarà passata l’interminabile nottata di quest’anno – potremo rivedere la folla delle grandi occasioni.
Nino Ruggiero
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