La sconfitta maturata a Ferrara ha riportato parecchia gente con i piedi per terra. Non che ci fossero in giro grandi aspettative di eclatanti imprese, ma – sapete com’è – poiché nel calcio mai niente è certo, più d’uno aveva accarezzato il sogno di uscire indenni dal “Paolo Mazza”.
E’ andata come è andata, c’è ancora poco da aggiungere ai commenti del dopo partita che ci hanno accompagnato per tutta la settimana. Di certo c’è da dire che – numeri alla mano – questa nostra beneamata Paganese sembra più portata a giocare fra le mura di casa. Il ruolino delle partite casalinghe disputate fino a questo momento parla chiaro. Tre partite, tre vittorie, nove punti in classifica.
Sono pochi, sono assai; tutto dipende dai punti di vista. Sono pochi per una squadra con ambizioni di alta classifica; sono assai – sarebbe meglio dire congrui, per la verità – se il traguardo da raggiungere è la salvezza. A questo punto, però, sarà necessario – a prescindere del traguardo finale da raggiungere – far valere la spietata legge del “Marcello Torre” che deve confermarsi fortino inespugnabile per tutte le compagini in arrivo.
Ma la vera Paganese, vi starete chiedendo, è quella vista nelle tre vittoriose partite casalinghe o quella che – nolente o volente – ha perduto a Pavia, a Salerno e a Ferrara?
Credo che la verità, come quasi sempre, per esperienze di vita maturate, stia a metà strada. E vi dico anche perché. La squadra è stata costruita con criteri semplici e con cognizione di causa, sempre tenendo per prima cosa in dovuta considerazione il bilancio da salvaguardare. Ci sono elementi di mestiere, costituenti l’architrave dell’intelaiatura della squadra, che fino a questo momento hanno tenuto sempre un normale standard di rendimento. Ci sono poi – per scelte societarie e per sacrosanti motivi di bilancio – alcuni giovani di indiscusso talento. E’ notorio però che i giovani hanno un rendimento alterno, devono maturare le giuste esperienze; ed è anche giusto che sia così.
Per questo, perché abbiano la possibilità di forgiare i loro caratteri e le loro personalità in tornei di alto contenuto agonistico ed ambientale, le squadre di serie A cedono quasi sempre in prestito i loro giovani virgulti. Nel caso di specie che ci riguarda da vicino, i vari Gabrieli, Sciannamè, Tortora, Triarico e Lepri hanno già fatto sfoggio dei numeri tecnici di cui sono dotati. La sola tecnica individuale, però, non basta in un campionato tosto che riserva insidie in ogni gara; dove si incontrano elementi dal passato illustre che non vanno tanto per il sottile quando si tratta di far valere la propria personalità. I giovani devono maturare, devono calarsi di partita in partita nel clima agonistico di un campionato che premia chi va direttamente al sodo. Per maturare però devono giocare.
Ricordo che una volta si diceva in un dialetto forbito ed efficace, riferendosi a ragazzi dotati ma inesperti: “ne deve mangiare ancora forni di pane!!!”.
Quindi, tornando al discorso iniziale sugli altalenanti e controversi risultati raccolti fino a questo momento, bisogna convenire che ci sarà ancora bisogno di tempo per amalgamare il complesso. Bisognerà aspettare che anche in trasferta questa benedetta bella gioventù offra un rendimento almeno pari a quello offerto fra le mura amiche.
Non che la colpa di mancati risultati in trasferta sia da attribuire solo ed esclusivamente al non rispondente rendimento esterno della pattuglia degli “under”, sia ben chiaro.
C’è da sincronizzare al meglio i movimenti dell’intera difesa, che soffre soprattutto sulle fasce laterali. C’è ancora molto da limare negli interscambi sulla tre-quarti campo nella fase dell’ultimo passaggio. C’è sempre qualche calciatore che effettua una mossa in più del dovuto e non riesce a smistare la palla al compagno che aspetta solo di essere servito. Ma siamo solo alle prime fasi del torneo. Le impressioni positive ricavate soprattutto nelle tre partite casalinghe autorizzano a sperare in un futuro senza affanni. Ma bisognerà anche che Tedesco e Tortori, sugli scudi nella prima con il Verona, riprendano confidenza con il gol. Magari già domenica contro il blasonato Ravenna. Già, blasonato pure il Ravenna, dopo Verona, Salernitana, Spal. Ma ci sarà in questo girone una squadra più o meno normale?
Nino Ruggiero
(trasmissione “Azzurrissima” di Telenuova, venerdì 1 ottobre 2010)
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