Sono sempre più convinto che gli umori e i commenti dei tifosi nel calcio siano direttamente proporzionali ai freddi risultati numerici ottenuti al termine di ogni singola gara. Un risultato positivo ti fa pensare solo ed esclusivamente ai punti messi in saccoccia; ti scordi dell’andamento della partita, della pericolosità degli avversari appena incontrati, delle miracolose parate del tuo portiere, del fatto che hai dovuto penare – soffrendo maledettamente – fino all’ultimo minuto per giungere alla vittoria. Un Machiavelli in chiave calcistica avrebbe aggiunto senza perdere tempo: “forse non sapete che il fine giustifica i mezzi?”.
Già, il fine… ho sempre sostenuto che non è facile nel gioco del calcio coniugare risultati positivi e bel gioco. La Paganese quest’anno, saggiamente, va direttamente al sodo. “Prima mettiamo grano nel fienile” – avrà pensato fra sé e sé Palumbo, indottrinato dalle negative esperienze dello scorso anno. Si giocava un buon calcio con trame ariose; la squadra riceveva complimenti – quasi sempre di sarcastica circostanza – ma i punti se li prendevano gli avversari, una volta per sfortuna, una volta per una giornata nera degli arbitri, un’altra ancora per mancata concretezza in avanti. E vuoi che un tecnico preparato, serio, maniacale come Palumbo poteva continuare a marciare con la sua truppa su quegli standard?
Fermi tutti! Il calcio vuole i risultati; è sull’obiettivo della vittoria che bisogna sintonizzarsi, specie quando ci si deve giocare un campionato importante come quella di terza serie sull’onda prodotta da una società che deve, per prima cosa, guardare ad una sana amministrazione.
Vi invito a scandagliare attentamente i nomi ed i percorsi calcistici dei calciatori che quest’anno sono stati ingaggiati dal presidente Trapani e dai suoi più stretti collaboratori. Si tratta per lo più di giovani, di valore sicuramente, cui è stato offerto un posto di prima fila sul palcoscenico di terza serie, anticamera di più esaltanti prosceni. Giovani come Gabrieli, Ingrosso, Lepri, Triarico, Liccardo costituiscono al momento una forza esplosiva di prim’ordine perché hanno dalla loro la forza dei vent’anni e in più possono contare sull’esperienza e sui consigli di gente come Martinelli, Cuomo, Vicedomini, Tedesco, atleti che sanno cosa significa lottare per conquistarsi un posto al sole.
E’ la giusta “mistura”, consentitemi il termine più napoletano che italiano, che quest’anno è stata indovinata poiché è notorio – per esperienze maturate nel corso degli anni – che anche undici campioncini messi insieme, senza una guida di mestiere nei settori strategici del campo, avrebbero poche possibilità di arrivare a risultati concreti.
La squadra è stata allestita secondo criteri semplicissimi, così com’è semplice nella sua essenza il gioco del calcio. Per prima cosa bisognava dare una sistemata alla difesa che lo scorso anno aveva fatto penare e non poco. Ecco allora Martinelli, prelevato dal Matera in serie D, a dimostrazione ancora una volta che nel calcio bisogna avere solo occhi e competenza per trovare calciatori adatti alla bisogna. Che calciatore questo Martinelli, promosso capitano sul campo; che grinta, che sicurezza, che eleganza, che autorevolezza nel ruolo! Con Cuomo, che è da considerarsi nostro conterraneo, Palumbo ha dato la giusta sistemazione alla difesa, potendo contare sui confermati Panini, Sciannamè e Ingrosso.
Il reparto di centrocampo aveva bisogno di essere reinventato dopo gli addii di Memushaj e di Maisto. Ed ecco che arrivano, oltre al confermato Vicedomini, Casisa dalla Canavese, Greco dal Sorrento e Liccardi dal Napoli. I posti però sono solo due. Al momento a giostrare sono Vicedomini e Casisa, due corridori che non si fermano mai, pur essendo in possesso di una buona tecnica individuale, e che riescono ad imprimere alla gara un ritmo forsennato nella manovra di centrocampo.
Bisognava poi dare profondità alla manovra offensiva dopo aver ingaggiato Tedesco, possente terminale d’attacco, accreditato di uno “score” di tutto riguardo dopo la felice annata di Marcianise; ed ecco arrivare Lepri dalla primavera della Fiorentina e Triarico, giovane talento dal Lecce. I due si stanno già ponendo all’attenzione di molti osservatori ed interpretano un calcio offensivo di altri tempi sulle fasce di competenza.
Intanto è alle porte, dopo tre significative vittorie interne che hanno portato nove preziosissimi punti nel carniere, una sfida con la Spal che evoca nella mente di molti un pomeriggio esaltante maturato appena qualche anno fa.
Gioca la prima contro la seconda, dicono già anche i TG nazionali.
La seconda – cosa da stropicciarsi gli occhi – è la Paganese …
Nino Ruggiero
(trasmissione “Azzurrissima” di Telenuova, 24 settembre 2010)
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